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Ernia discale e lombosciatalgia

“Non posso più andare a lavorare”

Si è presentata presso il nostro centro la sig.ra Franca, 45 anni di professione impiegata, lamentando un forte dolore lombosciatalgico che non le permetteva di stare seduta per più di 5 minuti.

Per il forte dolore e l’impossibilità di stare in piedi poteva alzarsi al massimo per mezz’ora e poi doveva assolutamente tornare a letto. Il suo dolore si irradiava per tutta la gamba dx arrivando fino al piede e ogni tanto le capitava di avere anche crampi. I primi episodi di mal di schiena erano iniziati 10 anni prima con dolori che comparivano durante i cambi di stagione. Negli anni la situazione era andata peggiorando fino al blocco di qualche mese fà in seguito al quale non aveva più ripreso il lavoro.

Aveva effettuato una visita specialistica presso un neurochirurgo poiché dagli accertamenti radiografici era emersa un’ernia discale posteriore para-mediana dx tra la quinta vertebra lombare e la prima sacrale che comprimeva la radice nervosa, oltre ad un lieve stato spondiloartrosico che caratterizzava tutto il tratto della colonna lombare. Dopo essersi sottoposta senza nessun miglioramento ad un intensa cura antinfiammatoria e successivamente al Cortisone le avevano prospettato l’intervento chirurgico come unica soluzione.

Tuttavia non aveva perso la speranza di poter ottenere dei miglioramenti con un approccio non invasivo.

Indagando sulla sua storia, per cercare di capire quale potesse essere la causa di questi problemi, la sig.ra Franca disse che da piccola aveva subito un trauma abbastanza importante contro un motorino senza riportare nessuna frattura ma con un grosso stato di shock e un forte trauma emotivo.

Circa 10 anni fà aveva partorito due figli entrambi con un taglio cesareo e infine riferiva di avvertire sempre una grossa pesantezza alle spalle e di soffrire da molto tempo di disturbi intestinali.

Dall’analisi posturale, eseguita con difficoltà per il suo forte dolore nello stare in piedi, si evidenziava una forte tensione alle spalle e a tutta la muscolatura lombare, rigidità di tutto il tratto cervicale e un diaframma (muscolo principale della respirazione e sede delle emozioni) molto bloccato.

Con i dati raccolti si poteva ipotizzare che una possibile causa dei suoi disturbi fosse la presenza della cicatrici dei parti cesarei (dolenti al tatto), lo stato infiammatorio dell’intestino che a sua volta poteva disturbare il muscolo psoas che si inserisce a livello delle vertebre lombari e infine il trauma emotivo vissuto nell’incidente che poteva aver creato un eccesso di tensione al diaframma anatomicamente collegato al tratto lombare.

Durante il primo incontro abbiamo iniziato con un lavoro molto leggero di respirazione per rilasciare il diaframma, in postura su Pancafit, seguito da un massaggio sulla cicatrice del taglio cesareo che risultava molto fastidioso.

Al termine del trattamento la signora Franca ha percepito da subito un leggero cambiamento nella stazione eretta con una diminuzione del dolore che gli permetteva di rimanere in piedi con meno fatica.

La settimana successiva disse che il lieve beneficio si era mantenuto e non dover trascorrere quasi tutto il giorno a letto per il forte dolore.

Abbiamo proseguito trattando nuovamente la cicatrice, che continuava ad essere sempre un po’ dolente, e completato il lavoro con un massaggio dello psoas e di tutta la zona viscerale e diaframmatica.

Con grande felicità della signora Franca la settimana trascorse con grandi miglioramenti: poteva finalmente stare in piedi per almeno due ore senza sentire dolore e anche i crampi al piede dx che spesso le insorgevano cominciavano a diminuire.

Fiduciosi di aver intrapreso la strada giusta e di aver individuato le principali cause del suo problema abbiamo insistito con tutto il lavoro precedente per altre 6 sedute indicandole anche degli esercizi da eseguire quotidianamente a casa.

Alla nona seduta la sig.ra Franca si è presentata con un bel sorriso perché il dolore era finalmente passato, era riuscita a stare in piedi per tutta la giornata ma soprattutto aveva ripreso a lavorare

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