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alluce valgo

L’alluce valgo causa di un mal di schiena

“Finalmente mi sento le ali ai piedi!”


Nel mese di settembre la signora Anna, pensionata di 62 anni, si presentò presso il nostro studio per un forte dolore agli alluci che da circa un anno tendevano al valgismo, soprattutto quello destro, tanto che si era fatta visitare da diversi specialisti che le avevano consigliato l’intervento chirurgico.

La sig.ra Anna per lungo tempo aveva trascurato la propria condizione ma con il passare del tempo si era resa conto che il valgismo degli alluci stava peggiorando e si era sentita costretta a mettersi in lista di attesa per l’operazione.

Dal suo racconto risultò che poco prima che gli alluci iniziassero a “stortarsi” aveva sofferto di mal di schiena e ancora adesso continuava ad avvertire i medesimi dolori. Disturbi alla zona lombare sono spesso in relazione con problematiche di alluce valgo sia perché da questa zona partono le innervazioni che arrivano agli arti inferiori e ai piedi, ma soprattutto perché una sofferenza lombare porta ad uno squilibrio posturale, e quindi dell’appoggio dei piedi, con un sovraccarico nella zona metatarsale e dell’alluce.

Si è iniziato quindi il lavoro con un massaggio dei muscoli della schiena per poi applicare specifiche manovre per l’alluce valgo che risultarono parecchio fastidiose, soprattutto a destra.

Sin da subito il risultato fu confortante: schiena molto più leggera, distribuzione del peso sui piedi molto più uniforme ed una netta diminuzione del dolore locale all’alluce destro.

La settimana successiva la sig.ra Anna raccontò che i giorni trascorsi erano stati positivi fatta eccezione del fatto che se prima il mal di schiena si manifestava di giorno ora si presentava durante la notte, senza però impedirle di dormire. Inoltre notò che stranamente era cambiato qualcosa anche a livello degli occhi che risultavano meno arrossati ed irritati del solito.

Si riprese il lavoro precedente dedicando maggiore attenzione al collo che presentava chiari segni di rigidità e che poteva influenzare il tratto lombare vista la relazione a livello della colonna vertebrale.

A fine trattamento la sig.ra Anna avvertiva maggior rilassatezza in genere e, nello specifico, meno dolore all’alluce; le si suggerì durante la settimana di massaggiarsi i piedi ogni giorno, con una pallina sotto la zona plantare, per cercare di renderli meno rigidi e contratti.

Al terzo trattamento la sig.ra Anna raccontò che il mal di schiena non si manifestava più né di giorno né di notte e che il sonno era decisamente migliorato così come l’umore.

In questa seduta emerse un nuovo elemento: di tanto in tanto l’intestino soffriva di disturbi causati da gonfiore e acidità. Di abitudine la sig.ra Anna si faceva delle scorpacciate di frutta a fine pasto che le creavano fermentazione a livello dello stomaco e gonfiori intestinali.

Si decise quindi di testare il muscolo psoas, muscolo che lungo il suo tragitto attraversa proprio l’intestino e spesso risente degli squilibri intestinali. Risultò molto contratto, soprattutto quello di sinistra, e dopo un breve trattamento si chiese alla sig.ra Anna di alzarsi per verificare gli esiti del lavoro fatto: la sensazione fu quella di sentire le gambe più leggere e più lunghe ma soprattutto la schiena molto più “slegata”.

La settimana successiva la sig.ra Anna disse che aveva notato immediatamente una riduzione del gonfiore addominale e dell’acidità di stomaco e ritestando le tensioni degli psoas il fastidio era diminuito notevolmente. Anche le manovre per l’alluce valgo non le creavano più fastidio a riprova che la strada era quella giusta.

Si continuò con questa strategia di lavoro ancora per altre tre sedute e nel frattempo la sig.ra Anna decise di provare a non mangiare più la frutta al termine del pasto per verificare se così poteva diminuire il gonfiore addominale e quindi la sofferenza della schiena.

All’ultima seduta la sig.ra Anna disse entusiasta che si sentiva molto meglio: non solo era migliorata la funzione intestinale e il senso di gonfiore nell’addome ma soprattutto l’alluce e i piedi non facevano più male potendo così “rinunciare” all’intervento chirurgico.

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