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Formicolii, tunnel carpale e rizoartrosi

Formicolii, tunnel carpale e rizoartrosi

Finalmente può tornare al suo amato lavoro

Antonella è una signora di 60 anni che svolge il lavoro di sarta da ormai più di trenta anni.

Il suo più grave problema sta nelle mani, infatti le è stata diagnosticata una rizoartrosi bilaterale oltre al tunnel carpale. La sua sofferenza maggiore è dovuta al fatto di non riuscire più a svolgere il suo lavoro che tanto ama e che la appassiona ancora oggi come trenta anni fa.

Formicolii (specialmente notturni), intense fitte alla base dei pollici e mancanza di forza nelle mani sono ormai problemi quotidiani a cui si sta rassegnando e l’unica soluzione che gli è stata presentata è quella dell’intervento chirurgico.

Durante la prima seduta racconta che circa dieci anni fa ha subito un trauma ad entrambi i polsi; è inciampata ed è andata a colpire con forza i gradini delle scale e dopo aver portato una fasciatura rigida per trenta giorni, l’incidente sembrava risolto senza conseguenze.

Si è iniziata la prima seduta con un massaggio su tutta la muscolatura degli arti superiori per poi proseguire con l’allungamento in postura decompensata della stessa muscolatura. Le tensioni che si presentano sono notevoli anche per via del lavoro di sarta che richiede un notevole impegno della muscolatura delle mani e quindi dell braccia.

Al termine le sensazioni erano quelle di una maggiore libertà e leggerezza ad entrambe le braccia e alle mani.

Alla seconda seduta riferisce che nella settimana appena trascorsa è riuscita a dormire meglio e più a lungo e le fitte ai pollici si sono lievemente ridotte.

E’ stato ripetuto il lavoro della seduta precedente aumentando l’intensità del massaggio e aggiungendo un lavoro sul collo (in stretta relazione con gli arti superiori). Anche questa volta, al termine della terapia, le sensazioni erano quelle di leggerezza e maggiore sensibilità nelle mani.

Alla terza seduta dice di avere passato una settimana discreta, i formicolii si sono notevolmente ridotti e riesce ad afferrare gli oggetti con minore difficoltà.

Il lavoro è quindi proseguito allo stesso modo per altre tre terapie e di seduta in seduta le fitte, i formicolii e la forza nelle mani miglioravano.

Al sesto incontro dice di riuscire a dormire tutta la notte senza doversi alzare dal letto a causa dei formicolii; gli è infatti sufficiente muovere un po’ le braccia per stare subito meglio: le fitte improvvise ai pollici ora le avverte solo di giorno nei movimenti che necessitano la chiusura delle mani per afferrare gli oggetti.

Si prosegue intensificando il lavoro sulla muscolatura degli avambracci e mettendo in allungamento la catena muscolare traversa attraverso una postura decompensata; al termine Antonella sente che la forza nelle mani le è notevolmente aumentata.

Lo stesso lavoro è continuato fino alla nona seduta, dove la forza nelle mani è progressivamente ritornata alla situazione antecedente la comparsa dei disturbi e i dolori ai pollici sono scomparsi. Continuavano però a permanere dei leggeri formicolii alle braccia e alle mani durante alcuni momenti della giornata e talvolta anche di notte, accompagnati da un senso di rigidità al collo. Nelle ultime tre sedute il lavoro si è rivolto principalmente sul collo per aumentarne la mobilità, che migliorava di seduta in seduta insieme ai restanti formicolii, e alla dodicesima seduta, sorridendo felicemente, Antonella dice di non avvertire più nessun disturbo, di stare bene come non succedeva da molto tempo, e di avere finalmente ricominciato il suo amato lavoro

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