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Cervicale e spalle bloccate dal diaframma

Francois Mezièrès

Il caso di Antonella, 48 anni insegnante di scienze, conferma in pieno l’aforisma di Meziérès, fisioterapista francese a cavallo tra la prima e la seconda metà del 1900, che dice: ”non c’è buona libertà delle spalle se non c’è libertà del diaframma”.

Il suo significato è racchiuso nel fatto che il corpo umano risulta dotato di un sistema respiratorio ”accessorio” formato da una buona parte dei muscoli del collo, delle spalle e della schiena. In caso di perdita di elasticità del diaframma (che normalmente gestisce completamente la respirazione a riposo), ecco che il sistema accessorio non si attiva più solo ogni tanto, come nel caso di un’attività sportiva, ma costantemente per sopperire al deficit funzionale del diaframma.

Antonella venne presso il nostro studio disperata per una lesione tendinea alla spalla destra che sembrava non avere altra alternativa se non l’intervento chirurgico. Tuttavia, nonostante i forti dolori e le difficoltà di movimento, la signora era determinata nel trovare una soluzione non cruenta che potesse permetterle di stare meglio. Raccontò anche che i suoi studenti la deridevano perché non riusciva più ad infilare la manica della giacca agilmente.

Durante la raccolta dati il fattore che saltò maggiormente all\’occhio fu l\’indice di stress a cui Antonella, in una scala da 1 a 10, dava una valore pari ad 11!

Subito si pensò che il suo diaframma dovesse essere particolarmente teso e infatti, osservando il suo modo di respirare, aveva un respiro prettamente toracico (tipico di chi utilizza la muscolatura accessoria respiratoria) e la parte alta del torace molto bloccata, tipico di chi vive ”gestito” dall’ansia e dallo stress.

Si decise di verificare manualmente la condizione del diaframma e si ebbe evidenza immediata dello stato di tensione in cui si trovava.

Iniziammo quindi, con non poche difficoltà, le manovre di sblocco del diaframma e si concluse il lavoro con un massaggio al collo che, risultando molto teso, poteva in effetti portare problematiche agli arti superiori e alle spalle.

Volutamente non toccammo la spalla, per valutare quanto il diaframma fosse responsabile del suo stato dolorante: quando Antonella si rialzò disse che il dolore si era molto attenuato ed inoltre i movimenti erano migliorati tanto da permetterle di indossare la giacca senza dover compiere strani movimenti come al solito.

Al secondo trattamento la signora Antonella riferì che per tutta la settimana si era mantenuto il miglioramento e che i dolori e le limitazioni funzionali erano decisamente diminuite.

Visti i risultati ottenuti si ripropose lo stesso lavoro e anche in questo caso, al termine della seduta, Antonella potè apprezzare un maggior benessere. Questa condizione le permise, nella settimana seguente, di “abusare” volontariamente della sua spalla per testarne i risultati, impegnandosi in opere varie di giardinaggio. Con suo grande stupore riuscì a svolgere tutte le attività lamentando solo un lieve fastidio.

Proseguimmo quindi con la stessa strategia di lavoro per altre 4 sedute al termine delle quali il dolore alla spalla era completamente scomparso, permettendo ad Antonella di tornare alla sua vita e alle attività di sempre senza alcun problema.

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