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A 28 anni ho scoperto che una cicatrice subita alla nascita ha influenzato tutta la mia vita!

Salve, sono una ragioniera di 28 anni con la passione della pallavolo, che pratico da 20 anni e che considero come una parte di me stessa.

Nel settembre 2003 inizio un corso regionale (della durata di 6 mesi) per Operatori del Benessere, con l’obiettivo di aprire un centro medico-estetico insieme a mia sorella.

Qui incontro il prof. Raggi ed il prof. Beretta, docenti del Modulo Salute e Prevenzione, e rimango molto interessata e colpita dalle loro lezioni sulla postura. Data la familiarità con terapie di vario genere, dovuta soprattutto ai traumi legati all’attività di pallavolista, decido di provare qualche trattamento anche con il Prof. Beretta. Alla sua richiesta di testare le cicatrici, per verificare la loro reattività, segnalo quelle alla caviglia, al ginocchio, alla spalla e dell’appendice. Quelle alla spalla, ricordo di un’operazione, si dimostrano molto reattive per cui il prof. Beretta provvede a massaggiarle. A fine trattamento mi rendo conto che la mobilità della spalla è molto migliorata, infatti sono in grado di eseguire movimenti che non riuscivo più a fare.

Nel frattempo il corso sta per terminare ed io esprimo alla direzione il desiderio di fare lo stage finale presso lo studio del Prof. Raggi.

La richiesta viene accolta e così il 19/02/04 entro a Studio Sport 2000 dove ho modo di ricevere informazioni sul metodo che applicano nelle terapie. Per comprenderlo un po’ meglio dedico l’ultimo week-end di febbraio a frequentare i primi 2 corsi Pancafit e, dopo un mese circa, i successivi corsi di 3° e 4° livello durante i quali sono previste esercitazioni a coppie tra i corsisti per simulare il rapporto terapista-paziente. Con varie domande rivolte al “paziente” si cerca raccogliere le informazioni necessarie, prima di farlo accomodare su Pancafit ed iniziare il trattamento.

Mi viene quindi richiesto quante cicatrici ho e mentre le sto elencando realizzo che sono tutte sul lato destro, proprio dal lato del corpo dove ho avuto tutti i problemi nel corso degli anni, non solo per caviglia, spalla, ginocchio ma anche per gli organi interni (appendicite, etc.). Inoltre mi viene in mente di avere in testa “da sempre”, e “sempre” sul lato destro, una cicatrice sul cuoio capelluto, piccola e nascosta, che avevo dimenticato di riferire al prof. Beretta.

La corsista che sta lavorando con me provvede quindi a farmi sdraiare su Pancafit cominciando con alcuni minuti di respirazione. Poi subentra il prof. Raggi che mi tratta per alcuni minuti questa cicatrice con manovre blande e dolci… la reazione immediata è un oscuramento all’occhio destro; non ci vedo più per qualche minuto! Appena recuperata la vista, con l’occhio destro vedo una sorta di sfera opaca e al contempo sento un impulso irrefrenabile al pianto, senza sapere il perché. Le lacrime scendono copiose e mi lasciano sbalordita… per temperamento infatti nella mia vita ho sempre evitato le lacrime, figuriamoci poi in pubblico! Insieme alle lacrime, che scendevano senza motivo, mi assale uno stato d’ansia che non riesco a spiegarmi ed un fastidio alla cicatrice.

Mi stupisce quello che sta accadendo ed anche la mia mancanza di controllo; ero abituata a terapie di vario genere nel passato, dati i frequenti traumi in allenamento ed in partita, ma è la prima volta che questo genere di reazione prende il sopravvento su di me. Il prof. Raggi mi domanda che cosa mi sta succedendo ma io non posso rispondere alle sue domande, l’unica cosa che riesco a fare è piangere. Il prof. Raggi mi congeda, quindi, richiedendomi di prestare attenzione alle mie reazioni ed ai sogni delle notti successive.

Tornata a casa domando a mia madre come mi ero fatta quella cicatrice e lei per la prima volta dopo tanti “non ricordo”, mi spiega che era stata causata durante il parto da un ferro utilizzato per rompere le acque, che tardavano troppo. Poco dopo mi viene in mente un primo collegamento: il mio bisogno inconscio, da sempre, di immergermi completamente nell’acqua, sia in piscina che al mare per nuotare in apnea; infatti il nuotare in superficie o il galleggiare mi procurava fastidio. Mio padre ricorda che quando avevo due anni e facevo il bagno mi doveva “ripescare” con un certo timore perché sparivo sott’acqua.

Quella stessa notte, di domenica, ho sognato tutti i miei affetti e passioni emotive: nel sogno, mentre giocavo a pallavolo, di volta in volta mi allontanavo per salutare ed abbracciare tutte le persone care, nonni e zii che ormai non ci sono più.

La notte successiva ho sognato che mi facevano un’incisione nella parte bassa dell’organo genitale provocandomi un bruciore così intenso da svegliarmi e da perdurare anche mentre ero sveglia, tanto che, insieme a nausea e giramenti di testa, mi ha costretto ad alzarmi.

Anche i due sogni presentavano un’anomalia: di solito la mia esigenza di controllo è talmente forte, che riesco anche a “controllare” i sogni, cioè se non mi piacciono li interrompo svegliandomi oppure li dirotto.

Questi, invece, avevano preso il sopravvento su me stessa.

Mercoledì, tre giorni dopo l’inizio delle reazioni, faccio una terapia con la prof.ssa Majocchi su Pancafit… e di nuovo piango a dirotto!

Giovedì e Venerdì provo dei forti capogiri ad intermittenza (io non avevo mai avuto dei capogiri) e mi sento senza voglia di affrontare la giornata in quanto incapace di controllarmi, infatti comunico in studio che non potrò andare.

Intanto ho modo di riflettere e di rendermi conto che ogni mattina della mia vita mi sono alzata con un cerchio alla testa, il quale spariva dopo circa un’ora, e che ho sempre convissuto con un fastidio al collo (soprattutto la notte e al lavoro quando rimanevo fissa nella stessa postura davanti al PC), che mi impediva anche una semplice e banale rotazione, come mettermi di profilo. Per tale ragione, ad esempio, mi sono sempre addormentata sul fianco sinistro, mantenendo quella posizione durante la notte.

Nei giorni successivi scopro di avere riacquistato una maggiore mobilità al collo e di riuscire anche a muovermi nel letto, al punto di addormentarmi sul lato destro, senza provare alcun fastidio.

Inoltre la mattina mi sveglio senza l’immancabile cerchio alla testa…

E’ cambiata la mia “normalità”, così come l’ho vissuta e ricordata per 28 anni!

Oggi provo la sensazione di aver finalmente trovato la causa dei miei problemi fisici; inoltre sento l’esigenza di scrivere queste riflessioni, pur non avendo l’abitudine a mettere per iscritto i miei pensieri.

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