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Anno XXIII n° 2 – 20 Febbraio 2004 – POSTURA ALTERATA E ALLUCE VALGO

diagnosi e terapia

L’argomento che tratteremo questo mese è inerente all’alluce valgo; scopriremo insieme di cosa si tratta, quali siano le sue ipotetiche cause, come si può affrontare tale patologia e, se possibile, come prevenirla.

Tecnicamente l’alluce valgo è una deviazione verso “l’esterno” del primo dito del piede, che si avvicina al secondo dito e, nei casi più gravi, arriva a sospingerlo in fuori o a sovrastarlo.

alluce11In alcuni casi, parallelamente all’alluce valgo, si osserva come anche le altre dita del piede abbiano subito alterazioni, contribuendo in tal modo a creare una cattiva dinamica del piede (Fig. 1).

Al fine di consentire a chiunque di osservare i propri piedi con occhio tecnico, analizziamo in primo luogo quale dovrebbe essere la forma corretta di un piede sano sotto il profilo biomeccanico.

La parte anteriore del piede (avampiede) comprende le cinque dita e la regione con cui esse si articolano, cioè il metatarso. I segmenti ossei dell’avampiede sono formati dunque dalle ossa metatarsali e dalle falangi di ciascun dito. Queste ossa si congiungono nelle articolazioni metatarso-falangee, che corrispondono alla radice delle dita, e nelle articolazioni interfalangee, che collegano le falangi delle dita tra di loro.

Ora alzatevi in piedi su di un pavimento senza scarpe e calzini, con i piedi uniti fra di loro e fate una piccola contrazione di tutte le dita dei piedi in flessione dorsale, cioè verso l’alto (contrazione dei muscoli estensori delle dita). Mentre vi osservate, mantenendo senza modificare la vostra stazione eretta, dovreste scorgere i cinque tendini (che dal metatarso arrivano a tutte le dita), emergere “a fior di pelle”.

Se tutto è nella norma, ogni dito del piede dovrebbe risultare perfettamente diritto, sul prolungamento del proprio tendine (le dita non devono quindi curvare né a destra né a sinistra); se le dita saranno ben diritte ed in asse, come descritto, noterete uno spazio fra un dito e l’altro, come è giusto che sia.

Infatti le dita non devono risultare l’una a ridosso o appiccicata all’altra, né sovrastarsi, né essere deformate o uncinate (come per aggrapparsi al suolo), ma delicatamente appoggiate. Anche il quinto dito, il più piccolo, deve essere ben diritto. A dispetto di quel che la sua dimensione ridotta indurrebbe a pensare, questo è infatti più importante delle dita intermedie, dato che ha il compito di “pinna stabilizzatrice” per la postura, sia in statica che in dinamica. Non a caso è dotato di un muscolo “abduttore proprio del 5°”, che gli conferisce la capacità di stabilizzare e meglio distribuire il peso del corpo.

Quasi sempre, purtroppo, la sua importante funzione è compromessa a causa del tipo di calzature che utilizziamo quotidianamente.

Dicevamo che quando l’alluce diventa “Valgo”, esso si trova deviato verso il margine esterno del piede, all’infuori e a ridosso del secondo dito. In tale situazione la prima articolazione metatarso-falangea, che unisce l’alluce al metatarso, forma un angolo ottuso ed emerge quindi la “testa metatarsale”, cioè quella tipica protuberanza ossea che spesso risulta rossa e dolorante per via degli sfregamenti che subisce e per i disagi meccanici a cui è inevitabilmente sottoposta ogni giorno.

In molte regioni d’Italia tale protuberanza viene comunemente denominata “cipolla”.

Che fare ora, se scopriamo di avere i piedi con forme non corrette o l’alluce valgo?

Quanta importanza conferire a questi nostri piedi, che ci sorreggono e ci portano in giro tutti i giorni?

Ognuno di noi, quando gode di una accettabile salute fisica, difficilmente apprezza di avere i piedi sani e di poter camminare, correre o saltare; non ci si rende conto di quanto sia importante e fondamentale perché ci sembra ovvio e naturale. Ma quando non lo si può più fare, allora ci si ricorda dei bei momenti in cui si era in grado di fare tutto, e magari ci si sofferma a sognare di poter semplicemente camminare e volteggiare su un prato a piedi nudi… ecco allora che concetti quali “scontato” o “importante” si rivelano davvero soggettivi e relativi.

Per tale ragione spesso ci si trova ad affrontare la problematica dell’alluce valgo solo quando avvertiamo dolore o difficoltà a camminare, cioè quando il danno meccanico è ormai già consolidato.

Come nasce tale patologia?

A volte può trattarsi di fattori genetici e dunque ereditari, ma più spesso questo problema è legato a cause meccaniche in relazione al tipo di calzature che portiamo, al fatto che non camminiamo più scalzi e a problemi della postura della parte alta del corpo.

Sulle cause ereditarie non ci soffermeremo, dato che rappresentano una minoranza; darei invece molta importanza al fatto che oggi non si cammina quasi più scalzi, ma con calzature che poco hanno a che vedere con la forma e le esigenze del nostro piede.

Le scarpe sono fatte a punta, strette, con supporti plantari non adeguati alle esigenze della nostra volta plantare (che deve auto-sostenersi grazie agli stimoli che riceve appunto nell’arco plantare quando non ha sotto di se un supporto, come natura ci ha fatti); inoltre spesso le scarpe moderne con tacchi spingono il piede a scivolare in avanti, verso una punta stretta ed inadeguata che obbliga le dita ad ammassarsi una a ridosso dell’altra. Ecco una delle modalità con cui si forma, col tempo, l’alluce valgo. Peraltro bisogna sottolineare come il tacco non sia un marchingegno costruito seguendo la natura del corpo umano. Se così fosse, la natura stessa durante millenni di adattamenti e mutazioni avrebbe già provveduto a crearlo sotto il nostro tallone… ma così non è!

E’ importante quindi non confondere mai gli imperativi della moda con le reali esigenze del corpo.

A volte alle donne che soffrono di dolori o crampi ai polpacci, o che non riescono più ad abituarsi a calzature senza i tacchi, viene consigliato l’uso di un tacco modesto. Questa soluzione estetica, può rappresentare un accettabile compromesso, ma sarebbe opportuno abbinare esercizi specifici per recuperare l’elasticità ai muscoli e dunque libertà alle articolazioni.

Questo approccio consentirebbe di stare in piedi senza mal di schiena o dolori ai piedi.

E’ consigliabile riservare ad occasioni speciali l’utilizzo di scarpe con tacchi alti per non rinunciare sempre a questo piacere estetico.

Ho potuto osservare popolazioni che vivono nel deserto e che dunque camminano sempre a piedi nudi, come avveniva nell’antichità: tra queste genti non c’è un solo accenno all’alluce valgo o ad altre patologie del piede o delle dita; tutte dieci le dita si protendono perfettamente diritte, con un ampio spazio fra di loro. Non ho visto neppure un alluce valgo, né dita griffate o deviate, né, tanto meno, cadute delle teste metatarsali, etc.

Tornando in Occidente, a volte l’alluce valgo è associato al piede piatto, che ne favorisce l’insorgere; ma molto spesso, a sua volta, il piattismo è legato a problematiche posturali, ad un portamento denominato “abitus astenicus”, ovvero quel portamento da persona stanca e quasi schiacciata dalla gravità o dalla vita. In tale situazione la causa è legata a fattori muscolo-articolari, ovvero alle catene muscolari corte per eccesso di tensione, stress; per cattive abitudini dovute alla vita sportiva o all’opposto ad una vita sedentaria; per traumi, incidenti, lavori meccanici, etc.

Le catene muscolari sono costituite dai vari singoli muscoli del corpo, i quali per come sono posizionati ed aderenti l’uno all’altro, si comportano come se fossero un solo muscolo dalla testa ai piedi. Dunque un problema che insorge al collo, può creare interferenze fino ai piedi e viceversa.

Osserviamoci in posizione eretta, a piedi uniti: le rotule devono essere perfettamente in asse e parallele fra di loro, come se fossero le ruote anteriori della nostra automobile; se le convergenze saranno regolari, (rotule in asse), andrà tutto bene, altrimenti si avranno problemi di usura prematura dei pneumatici, minor stabilità dell’auto stessa, impossibilità di procedere diritto se togliamo le mani dal volante.

In altre parole, anche il nostro corpo si comporta come un’automobile: rotule intraruotate, possono contribuire sia al piattismo che all’alluce valgo.

Ecco che scopriamo, in posturologia, come molti problemi dei piedi provengano dalla parte alta del corpo; per esempio se il coccige (a causa di una caduta sul sedere), ha subito delle modificazioni e si è lussato, la colonna si modificherà, inevitabilmente, inducendo una modificazione di tutto l’assetto posturale della colonna e dell’intero sistema. Gli effetti di tale modifica potranno manifestarsi in vari modi: con un appoggio modificato del piede rispetto al suolo; con le dita in atteggiamento griffato; con un alluce che può ruotare su se stesso e diventare anche valgo.

In una visione olistica, globale dei problemi, ogni patologia deve venir valutata osservando l’intera postura: per esempio oggi si sa che esiste una relazione fra problemi dei denti e articolazione Temporo-Mandibolare, relazione fra problemi visivi e postura, relazione tra muscoli tesi/retratti e postura, e come ognuno di questi elementi appena citati sia poi in relazione con tutti gli altri: “tutto è in relazione con tutto”. Esistono le cause ed esistono gli effetti.

Non bisogna mai agire in un singolo distretto nel tentativo di “curare” la zona in cui si manifesta il problema, ma cercare la causa scatenante delle manifestazioni dolorose, delle patologie, dei processi artrosici.

Ora osserviamo insieme cosa fare di fronte ad un alluce valgo.

Dopo aver fatto una attenta valutazione posturale con un professionista che utilizzi possibilmente tecniche ad approccio globalistico, come prima cosa si deve cercare di capire in che modo sia diventato valgo quell’alluce.

Poi è importante coinvolgere, nel lavoro che andremo a fare, ogni distretto muscolare (catene) che possa aver causato tale patologia; quindi effettuare esercizi specifici come da foto, per riportare l’alluce in posizione corretta. Ecco un trattamento in assetto corretto, così da interagire non solo a livello locale (piede) ma sull’intera postura mettendo in tensione le catene muscolari (Fig. 2-3-4).

Gli esercizi illustrati, devono essere eseguiti mantenendo posture particolari dell’intero corpo, respirazione specifica, trazioni costanti al fine di ottenere deformazioni del tessuto connettivo e muscolare chiamato in causa in tale patologia.

Senza entrare ora nel dettaglio delle varie manovre di correzione dell’alluce, evidenziamo che questa tecnica è in grado di ridurre notevolmente i disagi e i dolori, permettendo sin dalle prime sedute di lavoro di riprendere a camminare meglio.

Anche a casa propria si può fare qualcosa per aiutare il nostro piede e per accelerare i miglioramenti, o comunque per prevenire tale patologia.

Le azioni importanti che possiamo fare tutti i giorni sono: camminare quando possibile a piedi nudi; indossare scarpe comode, senza tacco o a tacco basso, a pianta larga e ben flessibili, oppure mettere delle infradito, che possono aiutare a ridare spazio alle dita.

La sera, giunti a casa dopo una giornata di lavoro, è importante massaggiarsi i piedi con appositi strumenti che aiutano a stimolare la circolazione, la sensibilità, la propriocettività, il riequilibrio energetico dei vari organi che trovano nel piede (secondo la medicina cinese) il loro collegamento, ridando così benessere a tutto il corpo.

Se a queste poche regole viene affiancato un lavoro in globalità con uno specialista del settore (posturologo) per ricercare le cause, i risultati non tarderanno ad arrivare.

Prof. Daniele Raggi, Posturologo, Mézièrista, Chinesiterapista.
Docente Master in Posturologia c/o la 1a Facoltà di Medicina e Chirurgia (Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologie), Università “La Sapienza” di Roma.

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